Il Karate

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Le origini del Karate

Okinawa culla del karate

Gichin Funakoshi e la tappa giapponese

Il karate in Italia

Gli stili del karate

Conoscere le arti marziali





Le Origini del Karate
La storia vuole che le origini del Karate siano strettamente legate al monaco indiano Bodhidharma, conosciuto anche sotto il nome giapponese di Daruma, fondatore della setta contemplativa del Buddismo chiamata Dhyana (conosciuta più tardi in Giappone con il nome di Zen). Giunto in Cina verso il 520 d.C. per predicarvi il Buddismo, egli s'installò dopo lunghe peregrinazioni nel regno di Wei, al monastero Shao-Lin-Su nella provincia di Honan. Si dice che al suo arrivo s'inginocchiò di fronte ad un muro e meditò durane nove anni il che gli fece perdere totalmente l'uso dei piedi e delle mani: è dopo questo lungo periodo che fondò lo Zen. Non si può certo dire che Bodhidharma creò il Karate, tuttavia si può pensare che sviluppò una serie di esercizi fisici, basati soprattutto sulla respirazione, atti a rafforzare gli arti molto provati dalla lunga meditazione. Queste tecniche furono alla base d'un metodo di combattimento conosciuto in Cina con il nome di Shao-Lin-Kempo. Fino alla sua morte il monaco insegnò ai suoi discepoli le tecniche che aveva messo a punto per conservare la salute e soprattutto per giungere all'unione del Corpo e dello Spirito. E' per quest'ultimo aspetto che l'apporto di Bodhidharma fu decisivo per l'orientamento futuro che presero le arti marziali. Egli affermò che Corpo e Spirito sono nozioni inscindibili e che la Verità non può essere raggiunta al di fuori di questa unione. Per la prima volta un'arte marziale viene definita come un mezzo per arrivare ad uno stato spirituale ed in ciò possiamo considerare la dottrina di Bodhidharma come la base di tutte le arti marziali. Dal punto di vista tecnico il metodo del monaco indiano appare come la sintesi di usanze guerriere locali e delle teorie indiane sull'arte della guerra. Queste ultime Bodhidharma le trasse da due libri: il "I-Hu-Ching" ed il "Hsien-Sui-Ching". Dal momento della scoperta dell'aspetto spirituale il buddismo Zen fu un vero e proprio veicolo per la diffusione delle arti marziali, e soprattutto per i metodi che si praticavano senza l'ausilio di armi o solo con un bastone, unica arma che potevano possedere i monaci durante le peregrinazioni. Dopo la morte di Bodhidharma i monaci di Shao-Lin-Su si divisero soprattutto a causa delle numerose invasioni che il monastero dovette subire. Alcuni di essi si misero ad insegnare lo Shao-Lin-Kempo ma ben presto questo perse il suo originale aspetto spirituale per limitare la sua essenza ad un sistema di difesa. Lo scopo primario fu riscoperto dai giapponesi allorchè lo Zen penetrò nel XII secolo nell'arcipelago giapponese fino a giungere ai guerrieri Samurai.




Okinawa culla del karate
Sotto gli imperatori Ming, l'isola di Okinawa, nell'arcipelago delle Ryu-Kyu, passa sotto dominazione cinese (XV secolo). Il nuovo re Hasshi, per paura di rivolte, vieta l'uso delle armi. Questa nuova legge offre agli abitanti dell'isola l'occasione per riscoprire gli antichi metodi di combattimento senza armi. Alcuni cinesi inoltre fecero conoscere agli abitanti locali il loro proprio metodo, il Kempo. Nel 1609, un signore feudale, Shimazu, conquista a sua volta l'isola e per le stesse ragioni del suo predecessore vieta le armi. Da questa situazione nasce l'Okinawa-Te, insieme di Kempo e di tecniche locali. Verso il 1900 lo studio dell'Okinawa-Te fu disciplinato in tutta l'isola con uno scopo molto più pacifico: riconoscendo a queste tecniche un grande valore educativo esse furono insegnate nelle scuole. Gli istruttori-capo furono Ankoh Itosu e Kanruo Higaonna che misero a punto lo stile classico dell'Okinawa-Te. E' questa l'epoca della formazione dei grandi maestri hanno fatto la storia del Karate: Gichin Funakoshi, Kenwa Mabuni, Chotoku Kiam, Choki Motobu, Uden Yahiku, Chojo Ogusuku, Chojun Miyagi.




Gichin Funakoshi e la tappa giapponese

All'inizio del XX secolo gli istruttori d'Okinawa accettarono di divulgare la propria arte e tra di loro si trovava Gichin Funakoshi (nato a Suri, città di Okinawa, nel 1869). Nel 1916 fece una dimostrazione a Kyoto e nel 1922 a Tokyo. Fu una rivelazione per i giapponesi e tra loro c'era anche Jigoro Kano, fondatore del Judo. Quest'ultimo invitò Funakoshi a fare una dimostrazione al Kodokan, centro del Judo giapponese che suscitò notevole entusiasmo. Questa esperienza è alla base di alcune tecniche come per esempio gli Ate-Waza e lo studio dei kata (Kime-no-kata) nel Judo. Dopo questa ondata di popolarità il ministero dell'educazione pregò il M° Funakoshi di rimanere in Giappone ed insegnare la sua arte nelle università. Nel 1936 creò il suo proprio dojo, lo Shotokan di Tokyo. Più delle tecniche vi insegnò una filosofia, una regola di vita basata sulla pratica del Karate. E' a questo punto che ritroviamo gli insegnamenti originali di Bodhidharma. Funakoshi non presentò la sua arte come un metodo di combattimento bensì come una strada da seguire per raggiungere la Verità filosofica. Lo stile di Funakoshi si sviluppò ulteriormente grazie al suo soggiorno in Giappone: per la prima volta applica un nuovo sistema di allenamento tramandato ai posteri sotto il nome di Ki-hon, ossia la ripetizione in serie di uno stesso movimento. Egli fece soprattutto un lavoro di classificazione e di razionalizzazione di tecniche antiche, lavoro comparabile a quello di Kano per il Judo. Suo figlio Yoshitaka Funakoshi andò oltre. Poichè all'età di 12 anni i medici gli dissero che aveva pochi anni di vita davanti a sè a causa della tubercolosi, decise di passarli dedicandoli allo studio del Karate. E' a lui che dobbiamo la codifica di tecniche tali lo Yoko Geri, il Mawashi Geri, il Fumikomi e l'Ura Mawashi Geri. Lo stile Shotokan divenne progressivamente uno stile con posizioni molto basse, quasi esasperate. Tra il 1930 ed il 1940 il Karate vive nuovi impulsi poichè altri Maestri lasciarono Okinawa per dirigersi in Giappone per insegnare il proprio stile. Kenwa Mabuni si fermò a Kyoto per insegnarvi lo Shito Ryu, Chojun Miyagi il Goju Ryu. Lo stile Wado Ryu fu creato nel 1935 dal giapponese Hironori Otsuka proveniente dal Ju-Jitsu e che apprese il Karate sotto l'insegnamento del M° Funakoshi. La guerra favorì, con la vittoria americana sulle truppe dell'impero giapponese, lo sviluppo postbellico delle arti marziali. Dopo il decesso dei vecchi Maestri furono create innumerevoli federazioni in un clima di completa anarchia alla quale il ministero dell'educazione pensò bene di porre termine con la creazione della All Japan Karate-do Association in seno alla quale continua la lotta al potere.




Il karate in Italia
Il Primo Maestro di Karate in Italia è stato Vladimiro Malatesti. Nato a Roma nel 1928, ebbe modo di viaggiare spesso in Oriente ed innamorarsi del Karate. Nel 1955 Malatesti si trasferisce a Firenze ed inizia la sua esperienza di Maestro. Un suo allievo, Campolmi, nel proseguire il suo studio del Karate, fece venire in Italia il primo Maestro giapponese che insegnò nel nostro Paese, il M° Tetsui Murakami che praticava lo stile Shotokai, stile duro che rifiutava ogni forma di agonismo sportivo. Il M° Murakami dirigeva gli allenamenti in modo estenuante sfiorando i limiti della resistenza umana, gli allievi stavano ore in posizione Kiba-dachi fino a cadere a terra esausti. Molti discepoli dello Shotokai passarono al più moderno e sportivo Shotokan che il M° Hiroshi Shirai (esponente di spicco della Japan Karate Association) stava insegnando a Milano. Al centro della penisola i Maestri Yamashita, Toyama, Yoshoka e Basile furono artefici della divulgazione dello stile Wado Ryu ed in seguito il M° Evangelista diffuse lo stile Goju Ryu. Negli anni '60 nascono molte associazioni sportive che promuovono il Karate...nascono anche le prime federazioni.




Gli stili del karate
Tralasciando il "nostro" Shotokan, di cui si è già abbondantemente trattato, passiamo ad elencare alcuni dei principali stili del Karate, alcuni quasi sconosciuti in Europa.
WADO RYU : significa via della pace. Fu introdotto in Giappone dal M° Otsuka il quale, dopo aver seguito il M° Funakoshi, elaborò il suo proprio stile pensando di far assumere le posizioni base mantenendo il corpo più alto rispetto allo stile Shotokan, ciò per non recare danni alla spina dorsale ed inserire nei movimenti alcune tecniche di Aikido che facilitano gli spostamenti delle anche.
SHITO RYU : fondato dal M° Mabuni, dal quale derivano varianti dello Shito Ryu creati dai Maestri Igaonna, Itotsu e Hayashi. Stile che risente maggiormente dell'influenza cinese ed ha delle affinità con il Wado Ryu.
GOJU RYU : fondato dal M° Myagi, si basa particolarmente su posizioni statiche ma forti, i movimenti sono in armonia con una particolare respirazione.
KYOKUSHINKAI : fondato dal M° Oyama famoso negli USA per le sue dimostrazioni nelle quali rompeva di tutto e sfidava dei torelli che atterrava con la potenza dei suoi colpi.
SANKUKAI : fondato dal M° Nambu. Karate moderno che applica spettacolari tecniche di gambe. Questo stile ha successivamente preso il nome di Nambudo.
YOSEIKAN BUDO : fondato dal M° Mochizuki, si basa su movimenti a frusta quindi l'atleta sviluppa velocità e potenza, usufruendo del cosiddetto "effetto onda".




Conoscere le arti marziali
Diamo qui un breve accenno alle altre Arti Marziali, poichè approfondire un simile argomento significherebbe scrivere un libro.
AIKIDO : è basato su spostamenti e proiezioni. Fu creato dal M° Ueshiba. L'aikido è sinonimo di vivere la propria vita, di unire l'energia del corpo con quella dell'universo. "Sbagliate se pensate che Budo significa avere degli avversari, dei nemici ed essere forti e distruggerli: non ci sono ne avversari ne nemici nel vero Budo, quello che occorre è uno spirito per servire la pace di tutti gli esseri del mondo." (M° Ueshiba).
TAE KWON DO : derivante da antiche forme di combattimento coreane codificate in un unico stile con obiettivi puramente sportivi. Le origini risalgono al periodo del regno di Silla (VI sec AC) quando una forma di lotta si chiamava Hwa Rang Do praticata dagli ufficiali del Re Silla. Padre del Tae Kwon Do moderno è il Generale Choi Hon Hi, responsabile della federazione ITF.
KENDO : deriva dall'antica scherma giapponese. Oggi le spade sono state sostituite dallo shinai, bastone di giunco o bambù ed i praticanti indossano forti armature per evitare danni fisici. Il Kendo è considerato in Giappone una disciplina educativa ed un ottimo esercizio per il fisico e la mente.
KYUDO : antica arte giapponese del tiro con l'arco, poco conosciuta in Occidente. Kyudo non è solo scoccare la freccia, ma anche esprimere armonia nel movimento e profondità estetica ed interiore riflessa dallo spirito.